"il turista cinese alla guida della moto d'acqua scontratosi con il motoscafo"
FATTI, PENSIERI E MISFATTI CHE RIGUARDANO IL REGNO DI SIAM OVVERO LA TERRA DEI SORRISI
venerdì 20 settembre 2013
CAPO DELLA MARINA SI INTENERISCE E RIDUCE LA PENA


sabato 23 maggio 2009
SAGGE PAROLE THAILANDESI !
Queste sono le parole di Panya Tokthong, esponente della comunita’ di Praeg Namdaeng il quale e’ riuscito a terminare una battaglia che durava da 20 anni nella comunita’ tra coltivatori di riso e coltivatori di gamberi i cui interessi opposti erano legati alla chiusura ed apertura delle chiuse. Panya continua dicendo “la democrazia e’ il diritto e l’abilita’ da parte delle comunita’ locali di proteggere e determinare il loro modo di vivere e purtroppo viene rovinata dall’ignoranza delle autorita’ governative le quali non sono e non vogliono conoscere gli usi locali. Invece di distribuire 1 milione di baht per ogni villaggio, basterebbe effettuare 1 sola ricerca e rendere 1 progetto di villaggio reale consentendo ai contadini di guardare razionalmente alla loro situazione nel tempo arrivando alla radice dei loro problemi. Questo e’ un processo cognitivo che ritorna a proprio vantaggio poiche’ aumenta la visione di poter eradicare il problema e pertando cresce la fiducia. Conoscenza significa Potere e tale Potere permette l’esprimere con sicurezza i propri diritti quando si applicano politiche ambientali distruttive. I cambiamenti non saranno immediati ma tale e’ il prezzo da pagare in democrazia.”
Per oltre 20 anni i coltivatori di riso e quelli dei gamberi del comune di Praeg Namdaeng si sono odiati in una disputa che li vedeva avere interessi opposti riguardo l’apertura e chiusura delle chiuse। I coltivatori di riso avevano bisogno di aprire le chiuse per permettere che l’acqua defluisse dai campi durante il trapianto delle piantine di riso altrimenti marciscono. Il deflusso portava dietro anche i residui di superficie i quali distruggevano le coltivazioni di gamberi a valle. “Quando questo succedeva, correvamo con bastoni e fucili in mano verso le chiuse per chiuderle” ricorda Preecha Boonsomwang. Spesso le discussioni degeneravano in botte per tutti. Coloro che erano amici diventavano nemici e le famiglie erano divise tra coltivatori di riso e coltivatori di gamberi.
Fortunatamente, ora tutto cio’ e’ alle spalle ed e’ servito come lezione di come le comunita’ possano sotterrare i propri conflitti e raggiungere il benessere comune। Panya Tokthong e’ l’esponente della comunita’ che ha lottato a lungo per risolvere il problema. “Per prima cosa, non dobbiamo lasciare che le nostre emozioni prendano il sopravvento poiche’ cosi’ facendo non riusciamo ad ascoltare anche l’altra parte.” afferma Panya “invece di continuare a puntare il dito reciprocamente incolpandoci gli uni con gli altri, dobbiamo riunirci cercando di mettere su un tavolo i nostri problemi individuandone cosi’ la loro radice poiche’ le emozioni non servono a risolvere nulla”.
Inizia cosi’ per Panya ed altri membri della comunita’ un lungo percorso che li vede partecipare a seminari e conferenze per far si’ che la loro voce venga recepita dalle autorita’। Il Fondo di Ricerca Thailandese e’ lo strumento dal quale possono attingere alle risorse per la realizzazione delle loro idee una volta che i ricercatori (sia coltivatori di riso che di gamberi) hanno esposto le loro problematiche ed elaborato la soluzione o perlomeno un compromesso. Negli incontri che seguono, si delinea via via la radice del problema che riguarda principalmente l’incompetenza del governo locale nel redarre piani di sviluppo i quali hanno un impatto nocivo sull’ambiente. La lenta burocrazia e’ totalmente ignorante del sistema ecologico locale cosiccome del modo di vivere della gente.
Praeg Namdaeng e’ una comunita’ costale nella provincia di Samut Songkhram il cui equilibrio ecologico e’ fondamentalmente basato dall’incontro dell’acqua marina con quella di fiume oltre ad essere influenzato dalle alte e basse maree। L’acqua dolce interessa i coltivatori di riso, quella salata i pescatori e l’acqua mista e’ ottimale per i frutteti e le palme da cocco. Tale sistema e’ stato rovinato in seguito alla costruzione nel 1973 di una strada costale che percorreva e tagliava di netto il distretto, impedendo cosi’ il deflusso costante e naturale tra acqua di fiume e quella di mare, creando di fatto un taglio netto: i frutteti e le palme da cocco vennero distrutte. Nel 1978 venne creata la diga di Srinakarind nella provincia di Kanchanaburi. La necessita’ di colmare la diga ando’ a scapito del flusso d’acqua che fluiva e sfociava nel Golfo permettendo cosi’ l’avanzamento del livello dell’acqua del mare verso l’entroterra il quale distrusse le coltivazioni oltre ai pochi frutteti rimasti. Per risolvere il problema, le autorita’ costruirono 20 chiuse che servivano a controllare il flusso dell’acqua di mare verso l’interno e tali chiuse hanno causato 20 anni di disputa tra i coltivatori di riso e quelli di gamberi. “Quando inizialmente organizzavamo incontri tra le comunita’ aventi lo scopo di iniziare la ricerca per risolvere il problema, poche erano le adesioni. C’era gente che ci diceva in faccia – chi credete di essere se nemmeno le autorita’ in carica riescono ad avere la soluzione !” dice Panya il quale pensa bene di andare a parlare direttamente sia con i coltivatori di riso che di gamberi e poi aggiunge “compassione e’ la cosa che piu’ risaltava durante gli incontri. Ascoltando tutte le parti coinvolte, capivi i loro dolori, i loro problemi e allora cresceva la necessita’ di trovare una soluzione comune invece che colpevolizzarsi”.
Le chiuse del Dipartimento di Irrigazione sono costituite di un blocco unico che si alza tutto d’un botto consentendo cosi’ il deflusso di tutto quanto, compreso il materiale stagnante in superficie. Panya ed i suoi ricercatori hanno invece presentato il progetto di una chiusa che si apre e chiude in modo piu’ flessibile e trattiene il materiale ristagnante lasciando passare cosi’ solo l’acqua. Quando il Dipartimento ha rifiutato il loro progetto, non si sono dati per vinti ed hanno provato e riprovato, provato e riprovato mentre nel frattempo i ricercatori organizzavano seminari e conferenze su come funziona l’equilibrio ecologico di Praeg Namdaeng riuscendo finalmente a catturare l’attenzione dei funzionari del Dipartimento d’Irrigazione convincendoli a venire a vedere con i propri occhi. Secondo Panya, uno dei funzionari avrebbe ammesso l’inconveniente di lavorare in un ufficio con aria condizionata senza sapere nulla di come funziona l’ecologia fuori.
Il Dipartimento d’Irrigazione finalmente ha ordinato la sostituzione delle loro chiuse con quelle progettate dal team di ricercatori della comunita’ di Praeg Namdaeng e tutti ora ne traggono beneficio e pace e’ stata ristabilita।
Le parole di Panya sotto il titolo, mi fanno venire in mente come l’Italia sia divisa tra chi e’ con Berlusconi e chi e’ contro। I programmi TV, i giornali, tutti i media sembrano essere focalizzati su Berlusconi, fomentando cosi’ la divisione nella societa’. Provate ad andare su YouTube, Repubblica.it, sui vari Blog ed articoli che riguardano il Berlusca: i commenti sono innumerevoli. A tutti questi commentatori, i quali potrebbero utilizzare le loro energie per qualcosa di meglio, io indirizzerei le parole di Panya “..... e’ meglio spendere le nostre energie cercando di affrontare i problemi alla radice invece di essere usati come strumenti tra le varie fazioni per la loro conquista al potere”.
Chi vole capire, capisca। Chi invece spreca tempo a scrivere con rabbia pensando solamente a gettare merda senza proporre soluzioni, e’ prigioniero dei propri stati emotivi i quali, oltre ad essere uno spreco d’energie, non portano a nulla.
Fonte: OUTLOOK, inserto speciale del Bangkok Post 21/5/09
mercoledì 20 maggio 2009
MAMMA AUSTRALIANA RISCHIA FINO A 5 ANNI DI CARCERE CAUSA BURLA DELL’AMICA
“Attenti (o meglio attente) ad inveire contro le autorita’ Thailandesi qualunque sia la ragione, pena la prigione”
Una madre di 36 anni - Annice Smoel - a Phuket in vacanza per il festeggiamento dei 60 anni compiuti dalla propria madre, si reca con le amiche la sera all'Aussie Bar di Soi Bangla. Dopo un giro di bevute, il gruppo lascia il bar ma lei viene fermata dalla polizia su segnalazione dello staff la quale la invita ad aprire la borsa dove le viene scoperto 1 tappetino appartenente all’Aussie Bar. Stupefatta ed arrabbiata poiche’ non ha idea di come quel tappetino sia finito li’, inizia ad inveire contro i poliziotti i quali la invitano ad accompagnarli in stazione mentre lei invece se la da’ a gambe.
Rincorsa, viene braccata e portata al comando di Polizia dove purtroppo il suo abuso verbale continua a proprio scapito e stavolta proprio con il comandante della Stazione che la rinchiude in una cella di m. 4 x 4 assieme ad altre 3 donne. L’amica, che per scherzo le ha messo il tappetino di cm 145 x 45 nella borsa, si reca personalmente alla stazione confessando di essere lei l’autrice ma viene invitata ad andarsene via.
Rilasciata dietro cauzione, e’ ora in attesa del processo poiche’ la medesima si dichiara innocente cosa che putroppo va’ a suo scapito (vedi Simon Burrowes saga) poiche’ dichiarandosi colpevole paga 2.000 baht ed e’ libera di tornarsene in Australia.
Il fatto evidenzia ancora una volta di come all’origine di tutto vi sia un problema di attitudine connesso alla barriera comunicativa piuttosto che del furto in se’. Non c’e’ da meravigliarsi se l’amica che si e’ recata in stazione confessando di essere stata lei l’autrice del furto/burla e’ stata mandata via poiche’ ora tutto il baccano diventa imperniato sull’accusa di “resistenza e insulto a pubblico ufficiale”. Il furto/burla passa in secondo piano.
C’e’ pero’ un ma nell’atteggiamento della Polizia che e’ quello della procedura adottata. Patong Beach e’ costantemente pattugliata da volontari stranieri della Polizia Turistica in maglietta bianca il cui compito sarebbe proprio quello di fare da tramite soprattutto in considerazione della forte barriera comunicativa tra turisti e polizia locale: essendo Soi Bangla la piu’ trafficata, possibile che nessun volontario si trovava nelle vicinanze ?
Io non credo alla storia dello scherzo e la mia opinione e’ che il gruppo voleva portarsi via il tappetino. Troppi sono gli stranieri che vengono in questo Paese con la sensazione e l’arroganza di potersi permettere tutto, dimenticando le buone maniere e la diligenza che adotterebbero qualora si trovassero nel loro Paese. Gli Australiani (e Australiane) sembrano poi avere il gomito facile e quando si sbronzano e’ facile che diventino intrattabili e possano degenerare.
AUNG SAN SUU KYI: non ti dimentichiamo
“Anche se non c’entra con la Thailandia, riguarda una persona cosi’ poi non tanto lontana da noi la quale fa’ risaltare non solo la vergogna per il Regime Militare Birmano ma anche quello della comunita’ Internazionale”
E’ davvero venuto il momento di dire BASTA ! Sono di nuovo talmente disgustato da cio’ che la giunta militare Birmana sta cospirando per poter estendere la detenzione al Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi che stamattina mi sono rovinato la colazione nel leggere il Bangkok Post.
Il 6 maggio ’09 un pirla di Americano di 53 anni attraversa a nuoto il lago che circonda la casa dove oramai da 13 anni e’ tenuta agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, leader indiscussa del partito Birmano NLD (Lega Nazionale Democratica) ed icona vivente (purtroppo, forse ancora non per molto...) della lotta per la liberta’ e la democrazia in un Paese preso letteralmente in ostaggio da una giunta Militare a capo dal 1989 dopo che la NLD ha vinto le elezioni generali con l’82% dei voti.
La giunta Militare trova ora Suu Kyi colpevole secondo l’articolo 22 che vieta l’ospitalita’ agli stranieri in casa di famiglie Birmane poiche’ pare che l’Americano abbia passato 2 giorni in casa sua.....
Mi viene rabbia pensare che vi siano persone che, pur di tenere il potere, tolgono al rivale il diritto a governare con l’uso della forza (diritto acquisito con l’82% dei voti).
Mi si torcono le budella a vedere il totale menefreghismo della giunta riguardo il benessere del proprio popolo il quale cade sempre di piu’ nella spirale dell’inflazione, della miseria, preso a bastonate dopo la rivolta dei monaci e martoriato dal passaggio del ciclone Nargis a maggio del 2008 che ha lasciato qualcosa come 130.000 morti.
Mi si torcono e contorcono le viscere a notare la totale presa per il culo della cosiddetta “road map” ossia la mappa verso la democrazia che questi figli di puttana di generali avrebbero in riserbo e che hanno il coraggio di chiamarla “costituzione” come base per l’applicazione delle leggi sulle quali si baseranno le prossime elezioni generali previste per il 2010: se ve ne capita una copia in mano, badate bene a non confonderla con un romanzo di Ian Fleming o ad un racconto di Orson Welles. Purtroppo e’ la nuda e cruda realta’ della mente contorta di persone a capo di uno Stato con indosso giacca e pantaloni a cachi cosiccome cappello da cowboy.
Che dire poi dei soldi spesi dall’ONU e dalla UE per mandare inviati speciali ? Che cavolo avrebbe combinato Ibrahim Gambari durante i suoi ripetuti viaggi a Rangoon con il proprio convoglio ? Avete visto qualche progresso oltre alle inevitabili strette di mano e foto di rito ? E cos’e’ andato a fare Piero Fassino a Rangoon in qualita’ di inviato UE ? Ma possibile che tutti questi qua’ non si rendono conto di come vengono presi per il culo ?? Pensate se ci fosse stato l’ONU durante la guerra mondiale: Hitler che viene avvicinato dall’inviato speciale che gli riferisce che il consiglio di sicurezza lo ha trovato “un po’ birichino” e che pertanto lo invita ad abbracciare la via verso la democrazia. E lui che ribatte “ma non zi preokkupiii ke c’e’ gia’ ! Io avere sostituito da tempo sedia elettrika con kamere a gaz: risparmiamo su bolletta energetika ed imputato non sentire nulla ! “.
Cercando di non vomitare la colazione evitando di pensare al motivo che si saranno inventati questi generali a cachi - con a capo Tan “Tex Willer” Shwe - per mettere Suu Kyi agli arresti domiciliari 13 anni fa’, purtroppo non ho potuto fare a meno di notare un particolare e cioe’ che una persona agli arresti domiciliari e’ un detenuto a tutti gli effetti e pertanto messo sotto sorveglianza. Che razza di sorveglianza e’ stata messa se un uomo riesce ad arrivare a nuoto solo soletto sino alla residenza di Aung San ? E che cosa voleva quest’uomo ? Potrebbe essere stato un maniaco, un pazzo. E invece cosa succede ? Che la padrona di casa viene processata poiche’ questo pirla e’ riuscito ad entrare in casa sua. E’ come se ti vengono in casa i ladri poiche’ sanno che tieni una bella collezione di pietre preziose ed il processo te lo fanno a te per “istigazione a delinquere”.... e come mai le autorita’ di Rangoon non hanno permesso a nessun giornalista ne’ tantomeno ai diplomatici esteri di essere presenti al processo ?
Gambari ha fallito, Fassino ha fallito. La comunita’ internazionale, l’ONU, la UE, hanno tutti fallito. Cosa state tutti aspettando ? Il completamento e l’uscita della “Road Map” sul Corriere dei Piccoli ? Vergogna alla Cina per il suo appoggio: chi altri tiene il proprio riserbo dovuto alle miniere di Zaffiri, Rubini e Smeraldi di cui e’ proprietaria laggiu’ ? Gliela date una bella fetta alla giunta di Tex Willer per mantenere le concessioni di estrazione e farvi sempre piu’ ricchi vero ? Chi e’ che ha votato “no” alla risoluzione dell’ONU contro la Birmania durante la seduta del Consiglio di Sicurezza ?
Sono davvero schifato di come va’ il mondo. Visto che nessuno leva un dito in aiuto di Su Kyi e del popolo Birmano, allora faccio un appello alle migliaia di emigrati Birmani sparsi per il mondo: ho gia’ messo da parte la mia donazione qualora decidiate di organizzare una colletta per pagate un bel commando di mercenari professionali che possano andare in missione e far fuori tutti i generali. D’altronde, se con 5.000 baht dei thailandesi erano pronti a far saltare per aria la sede centrale della Bangkok Bank a Bangkok, tenendo conto del costo della vita in Birmania non dovrei trovarmi a dare piu’ di tanto ..... anche se pero’ questi devono assolutamente andare a colpo sicuro, non come quelli a 5.000 baht.
SIMON BURROWES FINALMENTE LIBERO
“Attenti ad inveire contro le autorita’ Thailandesi qualunque sia la ragione, pena la prigione”
All’udienza, Simon viene convinto a cambiare idea e dichiararsi colpevole se non vuole rischiare di passare sino a 3 anni in galera e cosi’, riconosciuta la propria colpevolezza, viene condannato al pagamento di una multa di 500 baht dopodiche’ e’ libero di ritornarsene in Inghilterra.
Come se la brutta avventura non fosse bastata, ci si mette di mezzo anche la scalogna che vuole che a Simon gli sia di nuovo rifiutata la partenza all’immigrazione dell’aeroporto di Phuket poiche’ il suo visto non e’ regolare (scaduto dopo tutto il tempo passato). Perde cosi’ l’aereo un’altra volta ed ha bisogno di altri soldi per estendere il visto cosiccome comprare di nuovo un altro biglietto aereo.