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martedì 28 agosto 2012

I TAILANDESI IN CIMA ALLA CLASSIFICA DELLE INFEDELTA’




Il sondaggio e' stato condotto in 36 Paesi al mondo




Gli uomini Tailandesi sono i primi e le donne seconde nella classifica dell’infedelta’ secondo un sondaggio stilato dalla DUREX, il produttore mondiale di contraccettivi.

Le donne Tailandesi sono seconde nella classifica degli amanti piu’ infedeli al mondo secondo il produttore di contraccettivi.

Al sondaggio, hanno partecipato 29,000 donne di 36 Paesi nel mondo, ed ha conferito alle donne Ganesi il primo posto con il 62% di loro che si proclama di essere infedele ai loro mariti o fidanzati. Le donne Tailandesi sono un po’ piu’ fedeli di loro con un 59% che ha dichiarato l’infedelta’, seguita dalle Malesiane con il 39%.

Al quarto e quinto posto sono arrivati rispettivamente la Russia (33%) e Singapore (19%).

Tra gli uomini, alla Tailandia spetta il posto d’onore con il 54% seguiti dalla Korea del Sud (34%) e Malesia (33%).

Secondo il sondaggio, gli uomini Asiatici sono i piu’ promiscui al mondo con Hong Kong e Singapore che hanno una media di 16 partner nel corso di una vita ed i Malesiani con una media di 3. Molti Tailandesi hanno criticato il sondaggio attraverso il forum online popolare Pantip.com.

Tra i vari commenti, coloro che rilevano come il risultato sia spinto dalla volonta’ della DUREX di far si’ che la gente compri contraccettivi data la forte incidenza di infedelta’ del partner.


Fonte: Bangkok Post

domenica 10 luglio 2011

PAZIENZA CHE PORTA ALLA CITTADINANZA TAILANDESE


Angela e’ inglese ed e’ riuscita ad acquisire la cittadinanza Tailandese sorprendendo la commissione cantando l’inno nazionale sia nella lingua ufficiale che in dialetto meridionale



Diverse persone mi hanno domandato perche’ voglio diventare cittadina tailandese. Vivo in Tailandia da piu’ di meta’ della mia vita e come tanti stranieri, sono sempre stata trattata in modo diverso dai Thai. Non sono stata in grado di ottenere una residenza o un’attivita’ in mio nome. Ancora meno, votare.

Gli stranieri devono continuamente avere a che fare con le norme di visto e permesso di lavoro per essere in regola. In qualita’ di non residente sia in Tailandia che in Inghilterra dove sono nata, mi sono sentita come se vivessi in una sorta di limbo: non mi sentivo di appartenere veramente ad alcun posto.

Mi piace l’idea di essere una cittadina che partecipa attivamente nel Paese dove ho scelto di vivere e diventando cittadina Thai mi ha fatto diventare cosi’, vivendo senza pregiudizi o disciminazioni poiche’ adesso sono Tailandese. Posso avere beni e terreni intestati a mio nome e sicuramente piu’ del 49% di partecipazione in qualunque societa’ che voglio.

I’iter burocratico per diventare cittadina Thai e’ piuttosto intimidatorio. Ci ho messo oltre 9 anni a destreggiarmi tra carte e burocrazia. La mia domanda originale e’ rimasta nel cassetto della polizia per ben 8 anni principalmente perche’ non riuscivo a sfondare la porta del sistema. Alla fine, mi hanno illuminato sul come poter ottenere la mia domanda approvata. Ho dovuto disbrigarmi anche tra i corridori dell’Ufficio Affari Esteri a Bangkok per ottenere la firma finale.

Quando e’ arrivato il momento del colloquio, mi sono trovata di fronte una commissione composta da ben 7 ufficiali tra i quali spiccavano il Vice-Governatore di Phuket, il Direttore dell’Ufficio Imposte ed Ufficiali della Polizia. C’e’ stata anche una visita a casa mia la stessa mattina presto per verificare che fossi realmente sposata ad un Tailandese e quando mi hanno chiesto le impronte digitali, mi sono trovata ad attendere il mio turno assieme ad altri criminali nella stazione di polizia di Chalong.

C’e’ stato anche un controllo incrociato con l’Interpol per verificare che non avessi dei mandati d’arresto internazionali e ho dovuto cantare l’inno nazionale. Ho sorpreso la commissione cantando l’inno sia nella lingua ufficiale (Thai Centrale) che nel dialetto meridionale e ...... ce l’ho fatta. Ora sono Thai. Ho una carta d’Identita’ Tailandese con la quale posso firmare documenti legali e posso ora avere la casa intestata a me. Inoltre, un giorno avro’ il diritto ad una pensione.

Avrei voluto volentieri votare alle elezioni del 3 Luglio ma la legge dice che devo attendere ancora 5 anni.

Mi sento privilegiata nell’essere piu’ integrata nella societa’ e sono orgogliosa di essere cittadina Tailandese.


by Angela Prajantabut

domenica 24 ottobre 2010

SALARI MINIMI RENDONO LA VITA DIFFICILE PER COLORO IN FONDO ALLA SCALA SOCIALE

“....i giorni felici sono quelli in cui abbiamo i soldi proprio per sopravvivere...

Nooward Phankham lavora in una fabbrica e da sempre riceve la paga base sindacale che non basta a tenere la famiglia sopra la soglia di poverta’.

Come extra, va’ a vendere merce in strada privandosi di qualsiasi forma di intrattenimento e vacanza per poter risparmiare. Le ha provate tutte per arrivare a fine mese e la realta’ vuole che sia lei che la sua famiglia hanno da tempo dimenticato la parola felicita’.

i giorni felici sono quelli in cui abbiamo i soldi proprio per sopravvivere” dice Nooward, 43 anni e madre di 3 figli.

15 anni trascorsi a lavorare per la stessa fabbrica tessile nei paraggi di Samut Sakhon, la paga raramente e’ andata al di sopra della paga base sindacale.

Guadagna 207 baht al giorno, poco piu’ dei 205 baht stabiliti dalla commissione provinciale composta da rappresentanti di aziende, lavoratori e governo.

La scorsa settimana, la commissione ha discusso il salario minimo per il prossimo anno. Le aziende si oppongono alla proposta fatta dal Primo Ministro Abhisit Vejjajiva di alzare il salario giornaliero di 44 baht in favore di un modesto 10 baht.

I dipendenti hanno chiesto un aumento di 215 baht che permetterebbe loro di far fronte al rapido aumento del costo della vita.

l’aumento di 10 baht non farebbe alcuna differenza per noi” afferma Nooward aggiungendo che se il salario minimo arrivasse a 300 baht al giorno, non basterebbe ancora.

Senza straordinari, Nooward vende gelatina di cocco per strada per poter arrotondare iniziando il tardo pomeriggio e finendo alle 1 del mattino. Tutto cio’, le procura 100 baht in piu’ al giorno.

“E’ una vita dura e stancante. Vorrei avere piu’ tempo per la mia famiglia ma non posso” dice.

Di notte, sono in 5 in famiglia a convivere in un monolocale che affittano a 1,100 baht al mese.

Il marito ed i figli guadagnano meno di 6,000 baht al mese. Tutto lo stipendio del marito se ne va’ per pagare le rate del camioncino acquistato per fare il proprio lavoro. I figli gemelli di 21 anni lavorano in una fabbrica e ricevono il salario minimo.

sono responsabile per tutte le spese della famiglia comprese quelle per far studiare mia figlia di 12 anni” dice ed aggiunge “anni fa’, la vita non era dura come adesso perche’ la roba non era cosi’ cara”.

Ci sono 37 milioni di persone che lavorano in Tailandia, afferma il Ministro del Lavoro aggiungendo che 10 milioni non hanno completato la scuola primaria e pertanto non svolgono lavoro qualificato percependo cosi’ la paga base sindacale.

Le aziende premono per tenere i salari bassi citando come motivo il basso livello educativo e di specializzazione.

“Le aziende possono pagare di piu’ se i dipendenti sono piu’ qualificati e possiedono la conoscenza per effettuare un lavoro di qualita’” afferma Sompong Nakornsri, presidente della Federazione Datori di Lavoro Thailandesi.

Il 5-10% dei costi di produzione di un’attivita’ qua’ sono costituiti dal costo della manodopera – dice Sompong, aggiungendo che “se accettassimo l’aumento di 44 baht proposto dal PM, cio’ diventerebbe per noi un grosso carico”.

Sompong afferma che l’attuale salario minimo si applica ai lavoratori sotto praticantato i quali automaticamente guadagneranno di piu’ dopo che avranno sviluppato la conoscenza necessaria nel tempo.

Questa affermazione pero’ non corrisponde a casi come quelli di Nooward ed altri suoi colleghi che hanno lavorato per tanti anni e viene loro corrisposto ancora il salario minimo.

Youngyuth Chalamwong, economista all’Istituto di Ricerca e Sviluppo Thailandese, indica che il piano di aumento di stipendio a cui si riferisce Songpong esiste solo nelle grandi aziende.

L’attuale salario minimo non garantisce una vita decente e felice ai lavoratori i quali hanno un potere d’acquisto debole.

Youngyuth dice che un aumento non farebbe scappare gli investitori poiche’ sarebbe visto come una garanzia di qualita’ nella produzione e suggerisce che la via verso un aumento consistente quali i 44 baht, potrebbe attuarsi nei prossimi anni (non nel prossimo anno) cosicche’ da consentirne l’adattamento ai datori di lavoro.

Mentre le negoziazioni sono sempre in corso, lavoratori come Nooward continuano a sentirsi incerti nel loro futuro. Nooward deve risparmiare nei prossimi mesi per mettere da parte 170,000 baht da pagare annualmente per fondi presi in prestito dallo Stato.

Da tempo non vede i propri genitori a Chaiyaphum perche’ non puo’ permettersi il tempo e i soldi per il viaggio. Iscrivere la figlia piu’ giovane al college non e’ possibile poiche’ costa caro.

Il mio sogno per il futuro e’ quello di riuscire a pagare tutti i miei debiti e ritornare al mio villaggio lavorando li’ “ afferma ed aggiunge “di certo, non posso affidare il mio futuro nel lavoro che ho adesso“.


19/10 Fonte: Bangkok Post

lunedì 18 ottobre 2010

LA COLPA E’ DEI TAILANDESI, NON DEGLI IMMIGRATI

Il fallimento di una risposta formale ai lavoratori immigrati che in numero enorme si riversano nei confini Tailandesi offrendosi come manodopera a basso costo, funzionari ed ufficiali Tailandesi e Birmani ne hanno permesso il traffico ed il contrabbando nelle mani di organizzazioni criminali e mediatori senza scrupoli


Il cadavere, vestito di un completo nero con cravatta, emerge dalla cella frigorifera. Io ed il mio collega rimaniamo scioccati nell’obitorio mentre facciamo domande riguardo Awa, un giovane immigrato della tribu’ dei Shan morto ucciso da un elefante mentre lo stava sfamando in un parco safari a Chiang Mai.

Parenti di Awa non si sono fatti avanti per identificare e reclamare il corpo per la paura di venire arrestati poiche’ non sono registrati e quindi illegali. L’assistente ci ha spiegato che cio’ non permette l’emissione del certificato di morte che da’ il via al procedimento legale e pertanto il corpo non verra’ lavato e pulito ma cremato dopo una cerimonia religiosa e le ceneri gettate via. Dopotutto, Awa era solo l’ennesimo Birmano illegale.

Awa e’ morto nel 2006 e, come succede solitamente agli immigrati in Tailandia, e’ morto in un tragico silenzio. Queste morti riguardano i piu’ sfortunati dei quasi 2 milioni e piu’ immigrati lavoratori presenti in Tailandia e continuera’ ad essere cosi’ a meno che le cose cambino radicalmente nella insufficiente gestione dell’immigrazione da parte del Governo.

Dopo tanti anni, ora capisco davvero il significato del contrasto tra 2 cadaveri che ho visto quel giorno ossia il modo in cui gli immigrati finiscono nel gradino piu’ basso di qualsiasi altro essere umano nella piramide sociale Tailandese.

Per oltre 20 anni, l’economia Tailandese ha utilizzato manodopera a basso costo dai confinanti Cambogia, Laos e Birmania per sostenere la rapida crescita economica. Il sudore degli immigrati (e spesso anche il loro sangue) hanno contribuito alla costruzione di grattacieli ed interi quartieri.

Inalando sostanze nocive e con una pelle sempre piu’ scura, gli immigrati contribuiscono a progetti agricoli intensivi che sporcano le campagne. Pulendo le case e badando ai vecchi ed ai malati, le donne immigrate costituiscono un servizio sociale inestimabile per le famiglie Tailandesi le cui donne rimangono cosi’ libere di perseguire la loro ben remunerata professione mentre le immigrate subiscono abusi e soprusi, confinate dentro quattro mura dalle quali spesso non possono uscire.

Il contributo degli immigrati all’economia Tailandese e’ stata da poco quantificata oltre ogni dubbio anche dagli economisti della Banca Mondiale.

I legislatori Tailandesi piu’ prominenti hanno spesso insistito negli ultimi 20 anni che questi lavoratori immigrati “illegali” costituissero una forza temporanea. Il programma di “regolarizzazione” varato ogni anno dal Governo, concedeva i mezzi per regolare il loro stato da illegale a legale dove potevano lavorare per 1 anno previa decisione di deportazione in qualsiasi momento.

C’e’ il fallimento di una risposta formale ai lavoratori immigrati che in numero enorme si riversano nei confini Tailandesi offrendosi come manodopera a basso costo e dove funzionari ed ufficiali Tailandesi e Birmani permettono che il loro traffico e contrabbando avvenga tramite organizzazioni criminali e mediatori senza scrupoli.

Nella realta’, dal 1988 diversi sistemi di regolamentazione provvisoria degli immigrati assicuravano che oltre 2 milioni di lavoratori (di cui piu’ dell’80% Birmani) rimanessero “illegali” e (secondo alcuni ufficiali Tailandesi) venissero pertanto loro negati diritti umani fondamentali. Nei diritti negati agli immigrati “registrati”, sono compresi compensazione, riabilitazione e disabilita’ nel caso di incidente sul lavoro, il diritto di matrimonio, di guidare un mezzo, di viaggiare fuori dalla provincia nel quale sono registrati e di avere proprieta’.

Osservazioni che la Tailandia sta sistematicamente ed illegittimamente discriminando questi lavoratori aventi permesso di lavoro, sono sempre state rifiutate.

Vittima di questo pasticcio immigratorio sono le centinaia di migliaia di immigrati che sono sempre vissuti “temporaneamente” in Tailandia per piu’ di un secolo. Dato che molti arrivano in Tailandia ad un’eta’ piuttosto giovane, risulta piuttosto naturale che questi trovino il proprio partner, facciano figli e si sposino. La risposta ufficiale e’ stata la loro pubblica demonizzazione a causa della nocivita’ che le immigrate incinte portano al tessuto sociale Tailandese ad al peso esercitato sulle risorse dai bambini immigrati.

Sebbene minacce frequenti di iniziare a deportare le donne incinte non hanno mai avuto esito, molti bambini figli di immigrati rimangono non registrati e pertanto analfabeti e una regolamentazione in merito rimane assente.

Le autorita’ insistono che il flusso irregolare degli immigrati e’ una seria minaccia alla sicurezza nazionale la quale fa emergere la seguente domanda: che cosa si intende per “sicurezza nazionale” ? Significa assicurare la continuazione di corruzione che pervade nel modo in cui questa forza lavoro informale viene gestita o l’abilita’ ad assicurarsi una forza lavoro di oltre 2 milioni di persone che contribuiscono alla crescita economica del Paese dove necessario ma che continuano a vivere in enormi situazioni di sfruttamento ? Se e’ cosi’, allora la sicurezza in Tailandia rimane forte.

Se invece “sicurezza nazionale” incorpora anche un fondamentale livello di sicurezza umana per gli immigrati e richiede una formalizzazione del sistema di gestione dell’immigrazione che possa beneficiare all’economia Tailandese, alla popolazione cosiccome equamente alle aziende e agli immigrati, allora la Tailandia e’ veramente a rischio.

La tensione esistente nei villaggi tra immigrati e Tailandesi sembra essere in aumento poiche’ i Tailandesi capiscono poco chi sono questi immigrati, perche’ sono qui’ e perche’ la loro comunita’, a detta loro, e’ ora a prevalenza di immigrati. Cio’ e’ emerso chiaramente quando i residenti di Ranong (paese al confine con la Birmania) hanno recentemente reclamato che gli immigrati birmani che superavano il processo di verifica della nazionalita’ non venisse loro riconosciuto il diritto di guidare un motociclo.

Molti media utilizzano il loro potere in modo cosi’ irresponsabile e con profondo pregiudizio demonizzando pubblicamente gli immigrati in supporto della linea ufficiale che li brandisce come un pesante fardello per il Paese. Affermando che sono un peso piuttosto che un beneficio per la Tailandia, non corrisponde alla realta’: non hanno previdenza sociale ed il governo ha poche leggi atte a migliorare la loro qualita’ della vita assieme a servizi di cui gli immigrati registrati possono usufruire e che invece non vengono utilizzati.

Reclamando che i loro salari sono piu’ alti qua’ che nel loro Paese e che sono gia’ fortunati che venga loro concesso di stare in Tailandia sebbene siano clandestini, non e’ un motivo giusto per zittire le critiche e per giustificare la negazione di diritti umani fondamentali ma serve piuttosto a consolidare il potere su una manovalanza di immigrati a basso costo, facilmente sfruttabili e remissivi. Dicendo che gli immigrati rubano il lavoro ai Tailandesi corrisponde a dare la colpa nel luogo sbagliato poiche’ sono i datori di lavoro a determinare il mercato della manodopera e non gli immigrati. L’incapacita’ di modernizzare i metodi di lavoro allo scopo di aumentare la produttivita’ ma piuttosto l’affidamento sulla manodopera a basso costo degli immigrati poiche’ il Paese stesso non puo’ produrre, condurra’ presto al cedimento nella competititiva’ globale. Poiche’ i prossimi 20 anni non saranno gli stessi per quanto riguarda l’economia globale, la politica Tailandese sull’immigrazione dovrebbe piuttosto cercare di adattarsi. Il Paese si trovera’ presto non piu’ in grado di competere con altri Paesi dell’ASEAN nella fascia di produzione a basso costo. I consumatori globali sono ora piu’ preoccupati riguardo pratiche di lavoro etniche e meno orientati all’acquisto di beni e servizi derivanti da sfruttamento. Alcuni cercano di dar credito al governo per la sua strategia (pianificata sin dal 1999 ma applicata solo di recente) che vede la formalizzazione del flusso migratorio “irregolare” del Paese in 3 tappe:

1) verifica della nazionalita’ dell’immigrato in Tailandia e rilascio di passaporto temporaneo cosi’ da poter diventare “legale” attraverso un processo di verifica della nazionalita’ (VN).

2) pianificazione del numero strettamente necessario di lavoratori immigrati e succesiva regolazione del flusso immigratorio lavorativo “legale” tramite accordi formali tra i governi dei Paesi coinvolti

3) registrazione come “legali” degli immigrati “illegali” che sono attualmente nel Paese permettendo loro di lavorare temporaneamente fintanto che non si raggiungano le condizioni come da punto 1 e 2

Sembra pero’ che forze negative inculcate nella societa’ Tailandese abbiano costituito la ragione di 20 anni di politica immigratoria informale e continuano ad essere ancora troppo presenti affinche’ tale strategia venga introdotta.

Dal 2002 da quando vennero stabiliti i primi canali di arrivo del lavoro immigratorio, solamente circa 25.000 lavoratori sono stati legalmente portati in Tailandia (una media di 3.000 persone all’anno). Il processo di VN continua a non essere trasparente oltre a custituire un casino costoso.

Circa 1 milione degli oltre 2 milioni di immigrati stimati in Tailandia sono formalmente entrati nel processo di registrazione con scadenza 28 febbraio 2010 e che ha visto la minaccia di deportare coloro che non si registrano.

Questo tipo di costrizione particolarmente sulle minoranze etniche Birmane che lavorano in Tailandia, e’ stato condannato dall’ONU.

Con la stima al 28 febbraio 2012 di circa 1 milione di lavoratori che completeranno il processo di VN (ammesso che la verifica delle informazioni biologiche spedite nelle case degli immigrati siano genuine), il governo si dovrebbe presto rendere conto che un bel numero di immigrati (soprattutte le minoranze etniche Birmane) hanno dato informazioni false al fine di ottenere l’estesione del permesso di lavoro per altri 2 anni. Cio’ accade per paura e confusione in quanto il Ministro del Lavoro non ha spiegato bene agli immigrati ed ai loro datori di lavoro in che cosa consistesse il processo di VN e quale scopo abbia prima di stabilire termini di scadenza irreali.

Chiaramente simbolico risulta il trattamento degli immigrati in Tailandia con la presenza di mediatori. Sia come parte del processo di VN che del nuovo sistema di gestione del flusso immigratorio, la complessita’ di entrambe le procedure fa’ si che sia necessario un mediatore.

Se la Tailandia avesse un’intenzione veramente genuina a risolvere il problema dell’immigrazione, il costo di questi mediatori sarebbe tagliato fuori o comunque ridotto a favore di incentivi da dare agli immigrati ed ai loro datori di lavoro per potersi adattare al processo. Invece, la presenza del mediatore non e’ nella pratica regolata nonostante alcune direttive informali annunciate dal Ministero del Lavoro ed i costi rimangono “da estorsione” sia per l’immigrato che per il datore di lavoro. Voci abbondano riguardo chi c’e’ dietro a questi mediatori i cui ingenti profitti vanno ingiustamente a scapito degli immigrati.

Il 2 Giugno 2010, il Primo Ministro Abhisit Vejiajiva e’ intervenuto nel dibattito sull’immigrazione firmando un’ordine di formazione di un “centro speciale di soppressione, arresto e prosecuzione di lavoratori stranieri che lavorano in nero”. La repressione successiva e’ parte essenziale della strategia del governo di gestire formalmente l’immigrazione arrestando e deportando gli immigrati che si rifiutano di entrare nel processo di VN.

Il risultato e’ stata una bella documentata politica di “arresto ed estorsione” da parte della polizia e relativi ufficiali che ha coinvolto sia immigrati registrati che non registrati. La stampa internazionale ha iniziato ad esporre la mancanza di pratiche formali di deportazione che hanno visto gli immigrati Birmani cadere vittima di cicli viziosi di estorsione e traffico dove mediatori, ufficiali e milizie etniche in Mae Sot / Myawaddy e Ranong / Kaw Thaung erano tutti coinvolti.

Tra un annuncio del Vice Primo Ministro riguardo l’intensificazione controlli dei clandestini e nonostante il governo instista a dire che non ci sara’ mai piu’ un’altra opportunita’ dei birmani illegali per mettersi in regola senza uscire dal Paese, e’ stato appena annunciato un piano di regolarizzazione dei clandestini dovuto al fatto che manca manodopera a basso costo. Si trattera’ di vedere se il Governo iniziera’ a varare un serio programma di gestione immigrazione.

Tra gli immigrati continua ad esserci discriminazione sistematica con pregiudizi che aumentano la tensione sociale. Corruzione, minacce e sfruttamento, se non frenate, rendono i mediatori sempre piu’ forti. Gli immigrati continuano a subire lo sfruttamento dei loro datori di lavoro, una sistematica corruzione di ufficiali governativi (polizia in primo luogo ed altri che li devono proteggere) a cui si aggiunge ora il costo per mettersi in regola il quale, una volta formalizzato, sembra difficile che potra’ portare loro benefici poiche’ questa e’ stata l’esperienza di migliaia di immigrati birmani a Khon Kaen i quali, dopo aver completato la VN, non hanno ottenuto beneficio alcuno ed hanno deciso che troppo e’ troppo.

Diversi ufficiali di alto rango hanno dichiarato che e’ venuto il momento di sistemare questo casino in modo piu’ razionale, considerando diritti umani assieme ad altri bisogni quali sicurezza nazionale e bisogno economico. La commissione parlamentare sul lavoro ha fatto un disegno di legge sulla manodopera degli immigrati e Abhisit continua a dire che il censimento di quest’anno rivelera’ il numero di immigrati in Tailandia cosi’ da poter formulare politiche d’immigrazione in futuro anche se e’ evidente che il team di censitori ha difficolta’ a scovare gli immigrati poiche’ i loro padroni li tengono ben nascosti.

Sono passati oltre 20 anni di immigrazione irregolare e non e’ per niente bello pensare quanti immigrati hanno avuto la stessa sorte di Awa (discriminati anche da morti). Gli immigrati rimangono silenziosi e disorganizzati di fronte a tutto questo sfruttamento con solo una manciata di esempi positivi dei loro diritti nonostante vi siano centinaia di ONG che li assistono. Fintantoche’ il Governo Tailandese non provvede a varare in fretta delle norme per migliorare le loro condizioni, regnera’ sempre sfruttamento.

Forse e’ proprio ora che si discuta di moralita’ in tema di immigrazione poiche’ la maggior parte degli immigrati sono Birmani oppressi nella loro terra ed anche se si puo’ concordare sul fatto che la radice della causa migratoria non e’ responsabilita’ intera della Tailandia, questo Paese pero’ trae benefici enormi dalla massa di inermi lavoratori Birmani facilmente sfruttabili e pertanto ne deve accettare il pesante fardello assumendosi certe responsabilita’.

Se la Tailandia continua a dimostrarsi negligente verso gli immigrati pensando solo al loro sfruttamento senza mostrare alcun dovere a trattarli bene, forse si puo’ concludere che le tante amministrazioni sono riuscite a creare e sostenere una zona sociale senza leggi che possiamo vedere oggi dove gli immigrati non godono di meccanismi di protezione base, non rientrano nelle leggi e viene loro negato persino il piu’ basilare dei diritti umani.

Le politiche tailandesi hanno contribuito per tanto tempo allo sfruttamento immorale di questi lavoratori “temporanei”. Forse e’ arrivato il momento per la Tailandia di ricevere un po’ di condanna per violazione dei diritti umani contro i Birmani, cosa normalmente riservata solamente ai vicini dittatori.


Fonte: Andy Hall – consulente alla Fondazione Sviluppo Diritti Umani

mercoledì 6 ottobre 2010

CORRUZIONE A PATONG: LE VITTIME DICONO 'BASTA'





"Se non ci fossero le bustarelle, i prezzi a Patong scenderebbero del 50%”




Il livello di corruzione a Phuket e’ stato rivelato oggi quando il capo dell’Associazione Esercizi Pubblici di Patong ha riferito che le attivita’ continuano a dare bustarelle a 14 uffici governativi o correlati e che e’ arrivato il momento di dire basta.

Le richieste pervenute da altri 3 uffici governativi di pagare bustarelle, hanno fatto alzare loro le mani. “Fin’ora, ne abbiamo tollerate 14 ma oltre a cio’ e’ pura avidita’ “ hanno detto.

Le rivelazioni non avranno grosso impatto per i migliaia di turisti che ci si aspetta arrivino a Phuket, eccezione fatta per i costi che comporta la corruzione i quali alla fine ricadono sul turista.

Se il turista si trova ad essere tra coloro che si divertono oltre l’orario limite di chiusura, allora e’ anche tra coloro che ne trarranno beneficio.

Weerawit Kuresombut – Presidente Associazione Esercizi Pubblici di Patong – si e’ sfogato durante una riunione organizzata da Pian Keesin Sindaco di Patong Beach (foto) per discutere sul “Futuro di Patong” e diverse persone avevano gia’ previsto che la troppa corruzione fosse l’argomento principale.

“Ci sta bene pagarne 14” dice Weerawit che rappresenta circa 400 tra bar e club a Patong “ma se altri gruppi arrivano a chiederne ancora, dovremo negoziare con loro e se non raggiungiamo un’accordo, non possiamo garantire cosa succedera’ “.

Si stima che siano circa 500 i locali a Patong che pagano bustarelle a diversi uffici governativi i cui costi ricadono alla fine ai turisti.

Alla fine dell’incontro, Weerawit ha detto ai giornalisti che le piccole attivita’ normalmente pagano una bustarella di circa 20.000 baht al mese mentre un nightclub grande puo’ arrivare ad una bustarella di 120.000 baht sempre da distribuire ai 14 “soci”.

“Se non ci fossero le bustarelle, i prezzi a Patong scenderebbero del 50%” dice ancora Weerawit aggiungendo che “i pagamenti vengono sempre fatti in contanti e nei registri contabili figurano sotto la voce affitto. Il sistema e’ accettato a Phuket in quanto alla fine e’ il turista che paga”.

L’incontro, tenutosi al campo di calcio di Loma Park, ha attirato circa 500 persone compresi un numero di commercianti e tassisti sia di tuk-tuk che di motociclette i quali sono arrivati a piedi con uno striscione inneggiante alla costruzione di un tunnel che collega Patong Beach a Kathu.

Il tunnel e’ il progetto favorito dal Sindaco Pian il cui figlio Preechavude “Prab” Keesin e’ Presidente dei Tassisti di Patong.

Il dibattito ha toccato la corruzione quando Khun Prab, seduto tra la gente, ha fatto una domanda a suo padre riguardo il problema del rumore e del parcheggio a Patong Beach a cui il Sindaco ha risposto “stai parlando di corruzione, vero ? Allora parlero’ personalmente alle persone che chiedono denaro da voi. Gente influente a Bangkok conosce il problema e lo risolvero’ con loro“.

Appena dopo che Khun Pian ha parlato, Khun Weerawit ha preso la parola e rivolto alla gente ha detto che gli esercizi pubblici di Patong erano gia’ preparati a pagare 14 diversi uffici governativi ma che ora altre agenzie governative volevano bustarelle.

A Novembre, 1500 delegati arriveranno a Bangkok da oltre 130 Paesi per la Conferenza Internazionale Anti-Corruzione ed il Primo Ministro Abhisit Vejjajiva ha gia’ iniziato a stressare l’importanza di trovare una soluzione alla corruzione in Tailandia.


6/10/10 – Fonte: Phuketwan.com

martedì 5 ottobre 2010

I CITTADINI DI PATONG SI FANNO SENTIRE SULLA CORRUZIONE



“lo scorso Marzo, il Sindaco di Patong Beach ha detto che la corruzione tra tuk-tuk e polizia deve sparire...”




Pian Keesin – Sindaco di Patong Beach a Phuket – invita i cittadini a discutere il “Futuro di Patong” in una riunione prevista per mercoledi’ 6 Ottobre. Cartelloni dispiegati in citta’ (vedi foto) informano dell’evento dove e’ prevista la partecipazione di circa 2000 persone e che si terra’ nel campo di calcio davanti al Loma Park dalle 15:00 alle 18:00 assieme al buffet offerto.

In uno sforzo di trasparenza, una riunione molto meno numerosa si era gia’ avuta a Marzo 2010 quando il Sindaco Keesin ha risposto alle domande di un gruppo pre-selezionato e da tale riunione era emerso che i tuk-tuk pagano la polizia ed altre autorita’ per avere il miglior posto parcheggio piazzato sul lungomare.

Il Sindaco afferma che si deve prima debellare la corruzione per vedere migliorare le cose e la stessa cosa viene ribadita da una lettera pervenuta al Governatore di Phuket dalla Commissione per i Diritti Umani in Tailandia.

Il problema della corruzione e’ il piu’ importante da sconfiggere non solo a Patong Beach ma anche a Phuket Town. Persino le persone corrotte iniziano a rendersi conto che si e’ andati oltre.

Sebbene Phuket veda ancora tanti turisti, molti di questi non sempre ne traggono una buona impressione come gia’ affermato da Jim McCoy un’australiano padrone di un’agenzia viaggi. “La mia paura e’ che Phuket diventi come Pattaya” dice Jim, aggiungendo “trovo veramente seccante passeggiare nelle vie di Patong ed avere venditori che ti assalgono con inviti al ristorante e poi il ping pong show, il vestito, il tuk-tuk, i cd, gli orologi ..... diventano sempre piu’ assillanti”.

Se Jim andasse all’evento, sicuramente avrebbe qualcosa da dire anche riguardo gli immigrati illegali e le tariffe dei tuk-tuk. “I tuk-tuk sono la vera piaga” afferma. “Sono troppo cari e in alcuni casi anche pericolosi”.

Lo scorso Marzo, il Sindaco ha detto che la corruzione tra tuk-tuk e polizia deve sparire mentre invece c’e’ chi gia’ pensa ad aggiungere 150 tuk-tuk ai gia’ 700-800 operativi solo a Patong Beach.

Jim McCoy dice “credo che sia questo tipo di Mafia che il Governatore ed il Governo a Bangkok dovrebbero veramente affrontare poiche’ cio’ lascia il sapore piu’ amaro nella bocca dei turisti i quali, una volta ritornati a casa, invitano i loro conoscenti a non andare a Phuket poiche’ il turista viene spennato. Inoltre, non credo che abbia senso la costruzione di un tunnel tra Patong Beach e Kathu quando non esiste un reale servizio di trasporto pubblico sull’isola”


2/10/10 Fonte: C. Sidasathian e A. Morison – Phuketwan.com

domenica 3 ottobre 2010

BANCARELLE A SUKHUMWIT VENDONO VCD PORNO CON MINORENNI




pornografia minorile viene tranquillamente esposta tra lo sgomento dei turisti e dei residenti



Dopo aver ricevuto diversi reclami riguardo venditori di DVD e VCD lungo Sukhumwit road tra Soi 3 e Soi 21, abbiamo scoperto che la pornografia minorile era mostrata apertamente sulle bancarelle assieme a copie degli ultimi film Hollywoodiani.

I VCD contenenti pornografia minorile vengono venduti a 80 baht al disco e comprendono bambini Europei, Cinesi, Birmani, Filippini e Tailandesi. Alcune copertine dei VCD mostrano bambini in atteggiamenti espliciti con specificato che i bambini hanno 7 anni. Inoltre, era presente anche materiale pornografico di bestiality (atteggiamenti espliciti con animali).

Diversi diplomatici che vivono nell’area hanno espresso sdegno alla notizia e nel vedere le copertine esplicite dei VCD.

“Questo e’ assolutamente oltraggioso e non dovrebbe essere tollerato dalle autorita’” dice un ambasciatore che vive nella zona “e’ piuttosto difficile trovare un Paese al mondo che tollera cose del genere. Figuriamoci poi proprio nella via turistica principale della capitale”. Un residente che ha avvisato il Bangkok Post della vendita di questi VCD ha detto di essere schifato dall’atteggiamente della polizia la quale non si interessa di tutti questi venditori ambulanti. “Il materiale viene venduto all’aperto dalle bancarelle sul marciapiede alle 15:00 come se niente fosse. Non ci posso credere” ha aggiunto.

La mostra di materiale pornografico sarebbe stata impensabile solamente pochi anni fa’ sebbene film Holliwoodiani piratati erano disponibili.

Spesso, i venditori di film Americani mostrano solo la copertina contando su un assistente che va’ a prendere il disco, riducendo cosi’ la possibilita’ d’arresto. Un poliziotto che si occupa di materiale avente diritti d’autore, dice che la polizia ed altre autorita’ possono confiscare materiale ritenuto osceno dalla copertina.

“La distribuzione o l’esibizione di materiale osceno costituisce un’offesa criminale secondo la Sezione 287 del Codice Penale Tailandese punibile con arresto sino a 3 mesi e/o multa non superiore a 6.000 baht “ afferma un poliziotto che vuole rimanere anonimo.

“E’ un caso piuttosto facile. Non c’e’ tanto da investigare poiche’ e’ li’ sul banco. Il poliziotto od altra autorita’ puo’ procedere alla confisca ed arrestare o multare il venditore. Tutto qua’. Il punto e’: qualcuno deve andare li’ e farlo. Questo e’ il vero problema”.

Inoltre, afferma che il commercio di video pornografici piratati e’ in mano a gente di spicco molto influente percio’ la possibilita’ di fermare il traffico e’ veramente remota. “E’ come un certo casino a Phetchaburi Road – non lontano dal Pantip Plaza – aperto 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Nessuno si azzarda ad andare a fare una retata. Le persone che lavorano li’ sono intoccabili” afferma l’ufficiale.

Tra Soi 3 e Soi 21, vi sono 17 bancarelle che vendono film piratati e 9 di loro hanno materiale pornografico. Ci sono anche 18 altre bancarelle che vendono viagra di cui 8 di queste hanno anche giocattoli erotici.

Nonostante l’ampia esibizione di materiale pornografico a Sukhumwit road, quasi nulla viene invece esposto a Silom road.

“Cio’ puo’ essere a causa di differenti distretti di polizia” dice l’ufficiale “Silom road ricade sotto la giurisdizione della polizia di Bangrak la quale applica regole diverse dalla polizia di Lumpini sotto la quale ricade la giurisdizione di Sukhumwit”


3/10/10 – Fonte: Bangkok Post

mercoledì 29 settembre 2010

FARANG NON POSSONO CAPIRE I THAI

Premesso di non aver letto molto riguardo un articolo (Bangkok Post del 31 Agosto) nel quale si riaffermava l’impossibilita’ degli occidentali a capire la Tailandia, vado comunque a ribadire il mio pensiero a tale ripetuta e stra-ripetuta affermazione da parte di coloro che tentano di giustificare le magagne presenti in una Civilta’ il cui livello educativo e’ sempre stato esclusivo appannaggio dei ricchi.

Cari Tailandesi, lasciatevelo dire una volta per tutte:

1) se volete veramente sapere cosa succede nel vostro Paese (e non le baggianate che il potere elitario vi fa’ credere), spesso dovete ricorrere proprio ad occidentali che stanno in capo al mondo come ne abbiamo avuto testimonianza in eclatanti casi di corruzione come pure per l’identificazione di malesseri dilaganti nella vostra societa’ soprattutto riguardo casi che implicavano diritti umani e traffico umano.

2) esaltate tanto Monarchia e Buddismo ma ne sapete ben poco aldila’ di recitare a memoria i 5 precetti Buddisti e dare cibo ai Monaci alle 6 di mattina. A scuola, imparate a memoria le preghiere in Pali non sapendo quello che state dicendo senza aggiungere che molti di voi dimenticano presto i precetti e le preghiere quando avvertono l’aroma di una banconota da 1000 baht in piu’ nel loro portafoglio. In una parola: predicate discretamente e razzolate malamente.

3) il vostro “modo Tailandese” di cui ne andate cosi’ fieri e nel quale siete cosi’ profondamente ingarbugliati, spesso vi impedisce di capire il vostro Paese ostacolandovi nella ricerca della verita’ riguardo fatti ed avvenimenti. Per dirlo in modo metaforico: “quando guardate avanti, l’orizzonte che si prospetta e’ costituito dalla punta del vostro naso”.

Superstizione, prevalenza dell’immagine sulla sostanza, preservazione dell’armonia sociale sulla verita’, eccessiva tolleranza naturale verso i malesseri sociali, minimizzazione dei problemi invece che affrontarli con determinazione e pugno fermo, indifferenza ed ignoranza dilaganti. Queste situazioni “mai pen rai” sono solo alcune caratteristiche del vostro “esser Thai” .

Poiche’ anche l’acceso vostro orgoglio e’ caratteristica del vostro essere Thai, non ammetterete mai l’evidenza ossia che gli occidentali (Farang) sono un assetto per la Tailandia in tutti i sensi: economico, educativo, informativo, ambientale e sociale. Certamente, questo non vale per tutti poiche’ le mele marce esistono ed esisteranno sempre. Nonostante cio’, se c’e’ una mela marcia non si butta via tutto il cesto. L’obiettivita’ con cui spesso gli occidentali guardano la societa’ Tailandese e’ il vostro unico modo per venire a sapere di certe verita’ le quali sarebbero altrimenti totalmente invisibili ai vostri occhi.

Cio’ detto, c’e’ qualche mosca bianca tra di voi come Voranai, Sanitsuda e Sawai. Giornalisti che, da Tailandesi, abbandonano il loro “esser Thai” per un piu’ proficuo “essere obiettivi” e lo fanno con saggia autocritica costruttiva.

Come gia’ affermato in precedenza da Sawai Boonma “ ... siamo sempre pronti a puntare il dito verso altri ma mai a noi stessi...

Tutto questo e’ per me segno che si e’ oramai arrivati alla frutta. Dare la colpa agli stranieri quando qualcosa non va’ e’ sempre stato il gioco preferito del potere elitario che vede il proprio status sociale tremare quando emergono certe magagne.

La rivolta di Maggio 2010 a Bangkok non e’ nient’altro che l’apoteosi di questo lungo autoinganno elitario che fa’ oramai acqua da tutte le parti.

Per troppo tempo l’establishment ha mantenuto (e mantiene) il potere contando su fattori quali forze armate, slogan, posizioni strategiche in tutti i settori (soprattutto quello giudiziario), capri espiatori e (cosa piu’ importante) mantenimento dell’ignoranza tra la popolazione tramite la censura ed un’educazione scolastica inesistente o ridicola.

Se il significato dell’essere unicamente Thai e’ per voi sinonimo di vanto, non direi tanto per cio’ che e’ successo con l’asta 3G e Map Tha Phut per dirne solo alcuni dove, manco a dirlo, non sono saltate fuori responsabilita’ ma dita che puntano all’altro facendo il giro del tavolo con il solito scarica barile ed un inconveniente: nel tavolo, non ci sono Farang a cui dare la colpa.

I Farang stavolta sono tutti fuori che vi osservano senza alcuna voglia di perder tempo a voler capire..........

mercoledì 22 settembre 2010

IL NORD-EST HA POTENZIALE SE SOLO AVESSE OPPORTUNITA’


“e’ sbalorditivo che in Tailandia 5,4 milioni di persone vivano sotto la soglia
di poverta’ ma ancora di piu’ che la soglia di poverta’ venga fissata a 1.134
baht all’anno”


Cio’ e’ veramente preoccupante se consideriamo che nel 2009 il reddito medio procapite annuale e’ stato di 8.000 dollari o circa 240.000 baht (cifre di Wikipedia) con un prodotto interno lordo di 540 milioni di dollari. La cifra poi fornita dal Ministro delle Finanze sul divario economico e’ sbalorditiva: il reddito del 20% dei piu’ ricchi e’ 12 volte quello del 20% dei piu’ poveri.


Con l’invidia del partito Pheua Thai, il governo di Abhisit si vanta del successo ottenuto con i pacchetti stimolo che hanno portato ad una veloce ripresa economica. Come riflesso di tale successo, l’indice della Borsa Tailandese (SET) e’ salito rapidamente con previsione di arrivare a quota 1.100 tra 6 mesi. C’e’ pero’ scetticismo sul fatto che tale crescita abbia portato migliore qualita’ di vita per i poveri. Altri invece dicono che sulla scia di cio’ anche i poveri ne trarranno beneficio. Sara’ proprio cosi’ ?

Una ricerca condotta dalla SCB ha dimostrato che i contadini del Nord-Est sono i piu’ poveri e che se vogliono migliorare devono o cambiare mestiere o trasferirsi poiche’ come gia’ sappiamo ai contadini mancano le opportunita’ nella loro terra per poter guadagnare. Dal 1990 al 2007 e’ aumentato il loro divario economico. Nel 1990 il reddito delle piccole imprese a Bangkok era il doppio di quello degli operai e piu’ di 10 volte quello dei contadini del Nord-Est. Nel 2007, e’ arrivato ad essere di ben 3 e 12 volte rispettivamente.

Sono nativo del Nord-Est ed ho frequentato l’universita’ di Khon Kaen. Quando mi sono laureato 20 anni fa’, i mestieri disponibili erano impiegato bancario ed impiegato amministrativo presso gli zuccherifici oppure potevo scegliere l’impiego pubblico. Sebbene poi con il corso degli anni altre attivita’ sono cresciute nella zona, si sono creati ulteriori posti di lavoro che pero’ non sono mai stati diversi da quelli esistenti. Poiche’ molti di tali mestieri non sono attraenti, ne risulta che anche il salario non lo e’. Il potere d’acquisto della gente del Nord-Est e’ pertanto rimasto basso.

Il Central Plaza di Khon Kaen puo’ essere sempre pieno di gente nei fine settimana ma scommetto pero’ che il giro d’affari che genera non sfiora nemmeno il piu’ piccolo Central che c’e’ a Bangkok.

In un intervento in Khon Kaen, l’economista Kosit Panpiemras ha dichiarato che fin’ora la crescita economica e’ concentrata a Bangkok e che cio’ e’ sinonimo di una bassa qualita’ di crescita. Secondo lui, il Nord-Est ha grosso potenziale poiche’ e’ sede dei 2/3 della forza lavoro nazionale e di 58 Istituti Professionali. Tuttavia la regione non riesce ad attrarre nuovi investimenti e pertanto i nuovi laureati se ne vanno a Bangkok per cercare migliori opportunita’.

Non posso nient’altro che essere d’accordo con loro. Senza mestieri interessanti, il lavoro qualificato lascera’ il Nord-Est. Anche i contadini migrano a Bangkok per fare i muratori poiche’ ricevono sempre piu’ soldi che starsene a coltivare riso.

8/9/10 – Fonte: The Nation – Achara Deboonme

domenica 19 settembre 2010

E’ PROPRIO OGGI IL MOMENTO PER CAMBIARE


...un 69enne Americano mi ha detto “educazione Voranai. Tu e gente come te devono insegnare ai giovani. Educazione e’ cio’ che rendera’ forte questo Paese”


Oggi, 19 settembre, e’ l’anniversario del colpo di stato che ha deposto il governo di Thaksin Shinawatra 4 anni fa’ e coincide anche con il quarto mese di ricorrenza (19 Maggio) dove “Operazione Ratchaprasong” ha raggiunto il culmine: 91 morti con incendi a Bangkok ed in altre provincie.

Dal 1932, abbiamo avuto 78 anni di democrazia sebbene in molti sono a pensare che non siamo una democrazia anche se cerchiamo e facciamo finta di esserla.

Ad esempio, come possiamo considerarci democratici quando 23 e’ il numero dei tentativi di colpo di stato e 11 sono stati i colpi di stato in questi 78 anni ? Cio’ corrisponde rispettivamente ad 1 tentato colpo ogni 3 anni circa ed a 1 colpo di stato ogni 7 anni.

Come possiamo considerarci democratici quando per 47 di questi 78 anni, la Tailandia e’ stata governata dai militari sia attraverso colpi di stato o per incarico ricevuto da parlamentari codardi e sottomessi ?

Negli ultimi 20 anni, vi sono stati 2 colpi di stato e 4 rivolte con spargimento di sangue e caos: il Maggio sanguinoso nel 1992, le maglie gialle nel 2008, le maglie rosse nel 2009 ed ancora le maglie rosse nel 2010.

Negli ultimi 20 anni, solo un governo e’ riuscito a portare a termine il suo mandato: il primo governo di Thaksin Shinawatra.

Tenendo conto degli ultimi 78 anni, quando c’erano scontri e rivolte e c’era gente preoccupata che mi chiamava dall’estero, la mia risposta era sempre: “non preoccuparti. E’ una cosa d’abitudine che succede di tanto in tanto. E’ oramai diventata una tradizione stagionale come il durian ed il mango”.

La Tailandia ha democrazia e stabilita’ politica ? Sebbene la gente puo’ mentire, i numeri non potranno mai. La Tailandia non e’ mai stato un Paese politicamente stabile, tuttalpiu’ – nella migliore delle ipotesi – i governi vanno e vengono tra scandali di corruzione e, per dirla alla peggio, per l’arrivo di carri armati. Negli ultimi 2 mesi sono stato invitato a pranzo da 4 Ambasciate. L’argomento nelle discussioni e’ stato naturalmente passato, presente e futuro della politica Tailandese.

Vi saranno ancora piu’ bombe e violenza ? Non ho idea. Cio’ dipendera’ dalle sotterfughe negoziazioni tra il governo, l’opposizione, i militari e l’elite. Se si raggiunge un accordo e le fazioni si spartiscono la torta equamente, allora non vi saranno bombe e violenza.

Ci sara’ pace tra le fazioni dopo le elezioni generali ? Non si sa’. Dipendera’ sempre dalle sotterfughe negoziazioni tra il governo, i militari e l’elite. Se si raggiungera’ un accordo e le fazioni si spartiranno la torta equamente, allora non vi saranno bombe e violenza.

Non illudiamoci pero’. Nessun esperto, nessun chiromante e nessun chicchessia puo’ prevedere la politica Tailandese poiche’ le risposte alle succitate domande sono esattamente com’e’ la politica in questo Paese. Noi gente comune, dobbiamo semplicemente sederci ed attendere incrociando le dita e pregando.

Quando ho chiesto ai diplomatici di tali Ambasciate cos’e’ che vogliono dalla Tailandia, uno di loro ha dato la risposta che mi e’ piaciuta di piu’. Citando l’esempio di Map Ta Phut, ha detto che vuole vedere il governo Tailandese (e non solo questo governo ma qualsiasi governo poiche’ questo e’ il problema che assilla la Tailandia) prendere una decisione. Prendere decisioni. Fare leggi. Far sapere a tutti che la legge c’e’. Assicurarsi che la legge venga recepita e capita alla lettera da chiunque. Eseguire la legge ed implementarla. Renderla ragionevole e trasparente cosicche’ ognuno sapra’ come comportarsi.

Sembra semplice vero ? Solo una buona vecchia trasparenza ed efficienza che significa tenere la corruzione al minimo. Tali richieste pero’ non sono cosi’ facili in Tailandia. Guardate il casino in cui versa ancora Map Ta Phut a cui ultimamente si e’ aggiunta l’asta per la telecomunicazione di terza generazione (3G). Venerdi’, ho parlato della stabilita’ politica durante un seminario a Pattaya. E’ sempre stata una mia filosofia che se vuoi sapere cosa pensa una persona, allora devi berci qualcosa assieme. 1-10 o addirittura 20 giri se necessario.

Dopo il seminario, siamo andati tutti a bere e con cio’ abbiamo avuto un vivace scambio di battute. Queste persone sono investitori stranieri, espatriati che risiedono qui’ da 4, 8, 10, 20 anni. La Tailandia e’ la loro casa. Non e’ solo il loro denaro che hanno investito ma anche le loro menti, le loro emozioni e pertanto hanno un forte legame con il Paese.

Loro hanno sicuramente avuto critiche per questa Nazione come l’avrebbe ognuno ma alla fine hanno un’attenzione genuina, un sincero augurio che le cose vadano per il meglio senza poi aggiungere i loro sforzi per aiutare. Forse, cio’ non e’ la caratteristica di ogni investitore. Dopotutto, c’e’ sempre il buono, il cattivo ed il brutto.

Gli espatriati non sono contenti dell’inesatto contesto in cui la stampa internazionale ritrae la Tailandia. Vogliono vedere questo Paese sviluppato ed avanzato e sono disposti ad aiutare in ogni modo come sponsorizzando i bambini poveri nel loro percorso educativo ed in altri programmi caritatevoli.

Dopo 2 ore, ci siamo sbottonati le camicie confrontando i nostri tatuaggi. Mi e’ proprio sembrato di avere i tatuaggi piu’ belli. Un’altra cosa che ho scoperto e’ che un giovane Tailandese puo’ sorpassare vecchi espatriati nelle alzate di gomito....

A fine serata, la cosa che mi ha catturato di piu’: un 69enne Americano mi ha preso per le spalle e, fissandomi negli occhi, mi ha detto “educazione Voranai. Tu e gente come te devono insegnare ai giovani. Educazione e’ cio’ che rendera’ forte questo Paese”.

Mentre sto scrivendo questa colonna, mi rendo conto di una cosa: gli stranieri vogliono cio’ di cui hanno bisogno i Tailandesi. I diplomatici stranieri vogliono vedere trasparenza nella politica. Noi Tailandesi non solo vogliamo ma abbiamo proprio bisogno che la nostra politica sia pulita. Gli investitori stranieri vogliono delle riforme nell’educazione in Tailandia. Noi Tailandesi non vogliamo solo cio’ ma abbiamo proprio bisogno di riforme sull’educazione.

Il guaio e’ che a fine giornata, il futuro della Tailandia viene deciso dalle sotterfughe negoziazioni tra le fazioni nei loro giochi di potere.

In quella serata e’ stata posta una domanda “Quando cambiera’ la Tailandia ?” e non e’ la prima ed ultima volta che la sentiro’. Non e’ una domanda dalla risposta facile.

Ci sono 2 cose che ho imparato parlando con gli espatriati e i diplomatici. La prima e’ che sembrano avere a cuore la Tailandia molto di piu’ di altri Tailandesi che conosco. La seconda e’ che forse noi Tailandesi non dovremmo solo guardar fuori per facile denaro straniero. I soldi arriveranno ugualmente visto che gli investitori preferiranno essere in Tailandia che in altri Paesi. Nonostante tutte le magagne, questo e’ ancora un Paese bello e meraviglioso culturalmente, logisticamente ed esteticamente. Forse, oltre al loro denaro, dovremmo aprirci ed apprendere dalla loro conoscenza ed esperienza in uno scambio reciproco.

Prendiamo il buono e lasciamo il cattivo. E’ una caratteristica della vita. Quando c’e’ un gruppo di persone che vuole genuinamente aiutare la nazione adottiva cio’ la dice lunga sulla loro sincerita’ cosiccome il carisma ed il magnetismo della Tailandia come Paese e questa e’ una cosa di cui esserne orgogliosi.

Oggi e’ il 19 Settembre, il quarto anniversario del colpo di stato militare ed il quarto mese di ricorrenza dell’operazione militare che a Maggio ha represso le maglie rosse a Bangkok con 91 morti.

Credo che il futuro della Tailandia abbia possibilita’ meravigliose se impareremo ad aprire un po’ di piu’ i nostri cuori e le nostre menti.

Tutto cio’ non arrivera’ domani immediatamente ma il processo di cambiamento puo’ iniziare gia’ da oggi.

19/09/2010 – Fonte: Bangkok Post - Voranai Vanijaka

L’EDUCAZIONE E’ LA CHIAVE PER RIDURRE LA DISPARITA’


“una soluzione fattibile per ridurre il divario tra ricchi e poveri e’ la migliore accessibilita’ ai servizi pubblici ed all’istruzione”



Una ricerca condotta dalla Siam Commercial Bank (Economic Intelligence Unit) ha di recente dichiarato durante l’annuale conferenza che la Tailandia ha mostrato leggeri segni di miglioramento nella soglia di poverta’ grazie alla crescita economica. Se la soglia stabilita e’ quella di 2 dollari al giorno, il numero di Tailandesi poveri risulta del 12% nel 2004 confronto al 26% del 1992.

Sethaput Suthiwart-Narueput - Direttore Capo Settore Economico della SCB - afferma come la ricerca mostra che dopo la crisi economica asiatica del 1997, il reddito medio e’ aumentato a ritmo lento. Mentre nel periodo 1990-1994 la percentuale di aumento e’ stata dell’8%, e’ pero’ scesa al 5% nel periodo 2002-2007. La maggior parte degli introiti appartiene al 20% della popolazione i quali tutti assieme fanno il 55% del reddito nazionale mentre il 4% del reddito nazionale ha la medesima percentuale della popolazione ossia il 20%.

La ricerca mette in evidenza che i contadini del Nord Est hanno il reddito piu’ basso mentre gli imprenditori di Bangkok detengono quello piu’ alto. Il divario e’ di ben 12 volte.

Considerando il reddito medio di ogni professione, i contadini hanno quello piu’ povero seguito da muratori ed operai. La gente del Nord Est, indipendentemente dalla professione esercitata, guadagna meno dei colleghi di qualsiasi altra provincia con ben il 40% in meno rispetto a quelli a Bangkok.

Non c’e’ modo che il loro reddito possa raggiungere quello del lavoro specializzato e di quello imprenditoriale a meno che non beneficino di un’educazione o di sostegno economico i quali, anche se possibile, non verrebbero equamente distribuiti” afferma Sethaput.

Oltre alla mancanza di opportunita’ per raggiungere alti livelli di guadagno, i dati che coprono il periodo 1990-2007 mostrano che il divario economico si e’ ampliato. Nel 1990, il reddito d’impresa a Bangkok era il doppio rispetto a quello operaio ed oltre 10 volte quello dei contadini del Nord Est. Nel 2007, il divario e’ cresciuto rispettivamente di 3 e 12 volte.

Durante tale periodo, i contadini del Nord Est hanno visto il loro reddito aumentare semplicemente cambiando mestiere o spostandosi in altre provincie come ad esempio fare il muratore a Bangkok. In tal caso, hanno visto raddoppiare i loro guadagni. Qualora poi diventassero operai specializzati, il loro reddito aumenterebbe di un ulteriore 30%.

Tuttavia, hanno bisogno di un’educazione professionale, di specializzazione o sostegno economico se vogliono raggiungere i loro pari a Bangkok i cui redditi arrivano ad essere sino a 12 volte maggiori. La probabilita’ che cio’ accada e’ veramente scarna con il conseguente impatto negativo sui loro figli i quali non potranno permettersi un’educazione professionale.

Mediamente, i lavoratori del Nord Est risparmiano 12.000 baht all’anno e la retta da pagare per le scuole professionali e quelle pre-universitarie sono rispettivamente 15.000 e 35.000 baht all’anno.

Al momento, l’accesso all’educazione non e’ distribuito equamente. Tra il 20% della popolazione avente il reddito piu’ alto, la percentuale di coloro che hanno un diploma o una laurea e’ 10 volte piu’ alta del 20% della popolazione piu’ povera. Sarebbe a dire che, su 100 persone, i Bangkokiani ne hanno 10 diplomati o laureati mentre nel Nord-Est la cifra scende a 1.

Il reddito di giovani lavoratori con diploma o laurea e’ il doppio di coloro della stessa eta’ aventi solo educazione elementare o media. All’eta pensionabile, il loro divario economico diventa di ben 5 volte.

L’ineguaglianza del reddito non e’ cosa nuova ma esiste da tanto tempo. Cio’ dimostra che non possiamo risolvere il problema attraverso metodi convenzionali. Il Governo dovrebbe varare serie misure per ridurre il divario trovando opportunita’ per guadagnare di piu’” afferma Sathaput notando anche che il sistema dei sussidi non funziona ed aggiunge che il Governo dovrebbe concentrare gli sforzi per migliorare l’accesso ai servizi pubblici ed all’educazione.

La ricerca inoltre ha messo in rilievo la scarsa distribuzione della ricchezza. Se i depositi bancari (che sono il metodo piu’ popolare di risparmio in Tailandia) fungono da indicatore sociale, i dati mostrano che l’89% dei 77 milioni di conti bancari esistenti costituiscono solo il 4% dei 7.300 miliardi di baht totali. Ancora peggio, solo l’1% (ossia 770.000 conti) costituiscono il 72% dei depositi.

2/9/10 Fonte: The Nation

IL COSTO DEL COLPO DEL 2006


“Alla vigilia del quarto anniversario del colpo di stato dove il Governo di Thaksin e’ stato detronizzato, esaminiamo il prezzo che il Paese ha finanziariamente e democraticamente pagato da quando sono entrati i carri armati”


Sono passati 4 anni e quello che ci ha lasciato il colpo di stato che ha detronizzato il PM Thaksin Shinawatra e’ sicuramente una battaglia politica piu’ accesa assieme ad un cospicuo incremento del peso delle forze armate presenti come un’ombra nella vita odierna.

La sfera d’influenza delle forze armate e’ chiara dal punto di vista monetario. Dal 19 Settembre 2006, il budget per le forze armate e’ quasi raddoppiato – da 85 miliardi di baht a 154 miliardi nel 2010 con stime che parlano di 170 miliardi nel 2011. Le forze armate contano 1.100 generali.

Il budget per la sicurezza durante il colpo di stato era di circa 1,2 miliardi di baht e secondo alcune fonti militari, altri 2 miliardi di baht sono stati distribuiti alle unita’ coinvolte nel colpo. Il costo del colpo e’ pero’ stato piu’ che finanziario. Secondo Surachart Bamrungsuk, professore di Scienze Politiche alla Chulalongkorn University, tutte le pedine coinvolte nel presente conflitto politico – maglie rosse, maglie gialle ed il Governo di Abhisit – non sono nient’altro che prodotti derivanti dal colpo. Gli accademici specializzati in problemi relativi alla sicurezza, aggiungono che gli scorsi 4 anni sono stati un’opportunita’ persa dalla Tailandia per rafforzare lo sviluppo democratico.

“Se potessimo tornare indietro, se non ci fosse stato nessun colpo di stato lasciando invece che fosse la politica a dettare il proprio corso secondo principi democratici, non saremmo arrivati a questo punto” dice Surachart aggiungendo che la situazione si e’ sviluppata ad un punto tale dove e’ impossibile fare qualsiasi previsione. “Tutto e’ imprevedibile. Dobbiamo adottare una visione del nostro sviluppo politico nel breve periodo, mese per mese”.

Surachart ripone poca fiducia negli sforzi riconciliatori del Governo e nella sua formazione di pannelli di studio speciale. “Questo non corrisponde ad una genuina intenzione ma ad una mossa di percorso” dice, affermando anche che non c’e’ mai stato un tale consolidamento del potere da parte di una classe di cadetti sin dalla classe 5 del 1991 capeggiata da un’altro “colpista”: il Gen. Suchinda Kraprayoon.

“Tra i Paesi confinanti, solamente in Birmania il potere militare ha raggiunto questo livello” dice Surachart “il maggior ruolo ottenuto dall’Esercito ha superato lo spazio per un Governo civile. Difatti, l’Esercito ora come ora impersona il nuovo ruolo di Manager della politica”.

Surachart afferma che uno degli effetti piu’ brutti del colpo di stato e’ stato la crescita del budget destinato all’Esercito a partire dall’amministrazione Surayud Chulanont di origine colpista. Le corti e le organizzazioni indipendenti sono state macchiate poiche’ tirate in ballo nel processo politico.

“Anche la Costituzione Tailandese del 1997 e’ stata un’altra vittima dei colpisti” afferma Parinya Thewanarumitkul, vice rettore della Thammasat University, il quale aggiunge che, ad ogni passaggio di mano, la Costituzione e’ peggiorata.

Parinya ha sottolineato l’ironia dei colpisti nello scrivere la Costituzione la quale crea le fondamenta di una democrazia.

“chi vuole vedere democrazia, non accettera’ mai una Costituzione scritta da colpisti. In tali circostanze, non c’e’ modo che la Costituzione possa migliorare” dice Parinya “e questo e’ il motivo per cui la gente rimane piuttosto conflittuale riguardo suoi cambiamenti”.

Parinya ha citato il fatto che la Costituzione del 2007 e’ piu’ sostanziosa della precedente del 1997 e necessita di interpretazione in diversi articoli.

“La gente semplicemente non capisce il significato ed ha bisogno di esperti di diritto pubblico per l’interpretazione” dice Parinya. “Cio’ crea un sistema tra esperti di diritto pubblico e la Corte Costituzionale, ossia persone che hanno la capacita’ di capire e coloro autorizzati ad interpretarla”.

I colpisti hanno inoltre utilizzato il potere giudiziario per contrattaccare il formidabile potere di quello esecutivo cosi’ come concepito dalla Costituzione del 1997 dove 2 componenti dei 7 totali della commissione responsabile per la selezione dei membri di organizzazioni indipendenti proveniva dal potere giudiziario mentre l’attuale Costituzione del 2007 ne cita ben 5 e pertanto la maggioranza assoluta.

“Utilizzare il potere giudiziario per sbilanciare quello esecutivo costituisce una ricetta per una situazione confusionaria” dice ancora. “E’ come se gli arbitri di calcio scegliessero quali giocatori far giocare. Gli spettatori si chiederebbero se l’arbitro sia in grado di fare il proprio mestiere in modo giusto poiche’ ha un interesse nella selezione dei giocatori”.

Il Colpo di Stato n.27 ha reso possibile la dissoluzione dei partiti e la revoca dei diritti dei loro esecutivi per 5 anni (Sezione 237 e 68 – Costituzione del 2007).

Parinya afferma che tale legge ha dato prova di inefficacia nel risolvere il problema politico in Tailandia. “Dissolvi il partito Thai Rak Thai e si forma il People Power Party. Dissolvi il PPP ed ottieni il Pheua Thai. Dissolvi il Chart Thai ed ottieni il Chart Thai Pattana. Puoi dissolvere un partito tutte le volte che vuoi ma ma alla fine ne saltera’ sempre fuori uno nuovo, nemmeno il bando ai politici ha efficacia ma serve solamente a creare una politica di burattini” aggiunge Parinya il quale afferma anche che il colpo del 19 Settembre 2006 dovrebbe proprio essere l’ultimo e che e’ la rappresentazione del fallimento dei gruppi nella societa’.

“Se i politici avessero seguito le vie della democrazia, l’esercito non avrebbe avuto la possibilita’ di cacciare il governo” dice “e per far si’ che cio’ avvenga, i votanti devono scegliere rappresentanti che aderiscono alla democrazia, invece alcuni hanno dato fiori ai colpisti ed alcuni accademici li hanno pure aiutati a redigere una nuova Costituzione. Tutti hanno fatto errori”.

Rosana Tositrakul - Senatrice di Bangkok – afferma che nulla di buono e’ emerso dal colpo di stato aggiungendo “l’unica cosa che l’Esercito ha ottenuto e’ quello di piazzare nuove persone al timone di questa Nazione i quali non sono meglio di quelli precedenti”.

La gente si aspettava che i colpisti ripulissero il Paese dalla politica sporca ma per fare questo e’ necessario che loro stessi non abbiano interessi in gioco.

I colpisti non avevano tale caratteristica cosiccome non l’aveva colui che hanno nominato come PM ossia Surayud poiche’ ha acquistato della terra a Khao Yai Thiang. Lui ha poi perso la terra ma il Paese ha perso molto di piu’. E’ necessario non avere ferite o lacerazioni aperte nelle mani mentre si pulisce un luogo infetto. I colpisti le avevano. Avevano interessi personali. Non solo non sono stati capaci di ripulire il luogo infetto ma sono stati loro stessi contagiati”.


19/9/10 Fonte: Bangkok Post